Come preannunciato, durante la seduta di ieri martedì 14 marzo, abbiamo chiesto al Consiglio Comunale di Genova di prendere posizione con il Governo a favore della necessità di porre fine al conflitto ucraino per via diplomatica e dello stop all’acquisto e all’invio di armi.
Il dibattito che ha fatto seguito alla nostra richiesta (non essendoci stato permesso di votare, ma solo di discutere) è stato uno spettacolo avvilente per chi persegue la via della pace e del disarmo: la maggioranza di centrodestra, compreso il Sindaco Bucci, è stata pressoché compatta nel sostenere l’invio di armi, con un solo intervento “critico” da parte del Consigliere Bertorello (Lega) che ha sottolineato la drammatica mancanza di una linea diplomatica da parte del Governo.
Dall’altro canto, la minoranza ha dimostrato contraddizioni e fratture: all’interno del PD vi sono stati interventi a favore del “superamento del principio di imbracciare le armi” (Consigliera Bruzzone) e di una “autonomia europea in un mondo multipolare” (Consigliere D’Angelo), che stridono con la linea atlantista di partito ribadita, tra gli altri, dal Consigliere Dello Strologo (Genova Civica).
Accanto a Uniti per la Costituzione, a favore della pace senza se e senza ma, si sono schierati invece i colleghi della lista Rossoverde e del Movimento 5 Stelle, che ringrazio. Purtroppo, però, le nostre posizioni risultano minoritarie e la nostra richiesta rimane inevasa.
Al termine del Consiglio, abbiamo chiesto e ottenuto che la conferenza dei Capigruppo incontri i rappresentanti dei lavoratori portuali presenti oggi in aula per discutere del traffico di armi nel Porto di Genova.
Qui il video del mio intervento.